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Anticorruzione: le carenze italiane in tema di lobbying e conflitto di interessi
Il Rapporto della Commissione europea sull’operato dell’Italia

Regolazione dell’attività di lobbying e del conflitto di interessi per chi ricopre cariche elettive: i due temi, che da tempo vedono l’Autorità Nazionale Anticorruzione in prima linea nel caldeggiare un intervento legislativo, sono fra le criticità dell’ordinamento italiano riscontrate dalla Commissione europea, che nel suo ultimo Rapporto ha invitato il nostro Paese a “completare il quadro normativo anticorruzione”.

“Le disposizioni in materia di attività di lobbying non si applicano ai membri del governo e ai parlamentari” stigmatizza la Commissione, che critica anche l’assenza di una regolamentazione che, più in generale, prevenga il conflitto di interessi degli eletti. Sotto quest’ultimo profilo, la Commissione europea riconosce tuttavia che “l’ANAC ha proseguito nei suoi sforzi di lotta alla corruzione anche attraverso gli orientamenti del 2019 per regolamentare il conflitto di interessi” nelle procedure di affidamento degli appalti pubblici. Al tempo stesso, viene espresso apprezzamento per l’impegno e il ruolo svolto dall’ANAC nella protezione dei whistleblower.

Nel registrare il miglioramento normativo sul fronte della repressione penale, infine, il Rapporto sottolinea la stretta connessione tra questa e la prevenzione della corruzione, da cui discende parimenti la necessità di un rafforzamento.

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