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Requisiti che devono sussistere affinchè sia legittima una consulenza legale a titolo gratuito
Il TAR del Lazio si pronuncia su un caso, non isolato, di selezioni pubbliche per il conferimento di incarichi professionali a titolo gratuito, soffermandosi sulle utilità alternative che il professionista può ricavarne

Il TAR del Lazio si pronuncia su un caso, non isolato, di selezioni pubbliche per il conferimento di incarichi professionali a titolo gratuito, soffermandosi sulle utilità alternative che il professionista può ricavarne. Sentenza del TAR Lazio, Roma (Sez. II), 30 settembre 2019, n. 11411.

Massima

È  legittimo l’avviso pubblico del Ministero dell’Economia e delle Finanze, di manifestazione di interesse per il conferimento, in favore di professionisti in possesso di esperienza di almeno 5 anni documentabile, di incarichi di consulenza a titolo gratuito sul diritto nazionale ed europeo societario, bancario e dei mercati e intermediari finanziari, in vista anche dell’adozione o integrazione di normative primarie e secondarie, ai fini, tra l’altro, dell’adeguamento dell’ordinamento interno alle direttive e regolamenti comunitari, nella parte in cui è stato previsto che l’attività professionale deve essere svolta dal professionista incaricato a titolo gratuito; infatti, nulla impedisce ad un professionista, senza incorrere in alcuna violazione, neppure del Codice deontologico, di prestare la propria consulenza in favore della pubblica amministrazione in questo caso richiesta solo in modo del tutto eventuale nei due anni stabiliti – senza pretendere ed ottenere alcun corrispettivo in denaro.

Fatto

L’impugnazione ha ad oggetto l’avviso pubblicato in data 27 febbraio 2019 sul sito web del Ministero dell’Economia e delle Finanze, con il quale si rendeva nota la necessità di ricercare supporto tecnico ad elevato contenuto specialistico di professionalità altamente qualificate per svolgere consulenze a titolo gratuito, sul diritto nazionale ed europeo societario, bancario e dei mercati e intermediari finanziari, in vista anche dell’adozione o integrazione di normative primarie e secondarie, ai fini, tra l’altro, dell’adeguamento dell’ordinamento interno alle direttive e regolamenti comunitari.

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