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Decreto fare, il governo mette la fiducia

Fonte: La Stampa

Il Governo pone la fiducia in Aula alla Camera sul dl Fare, e la maggioranza sperimenta la difficoltà di un dialogo con M5S, tentato in commissione con l’accoglimento di alcuni emendamenti del Movimento, cosa che però non ha convinto i grillini a ritirare le centinaia di emendamenti presentati in Aula. Così, Calendario della Camera alla mano, il ministro per i rapporti con il Parlamento Dario Franceschini ha posto la fiducia che mostra la volontà del governo di accelerare ora con l’approvazione di alcuni provvedimenti entro l’estate in modo da ridare smalto alla propria immagine, a partire dalla legge sull’omofobia particolarmente attesa dalla componente di sinistra del Pd. 

«Da qui alla pausa estiva dei lavori ha detto Franceschini in Aula – abbiamo un calendario complicato: bisogna esaminare sei decreti, le leggi europee, il ddl di riforma costituzionale, i testi sul finanziamento pubblico ai partiti e sull’omofobia: affrontare il voto su 800 emendamenti al dl Fare non consentirebbe di riuscire ad esaminare tutto in tempo». Lo stesso ministro ha riferito che Lega e Sel avevano ridotto i loro emendamenti, così come la maggioranza, che si era limitata a sole dieci richiesta di modifica. La stessa disponibilità non è arrivata dal M5S benché durante l’esame in commissione siano stati approvate diverse sue proposte, l’ultima delle quali la liberalizzazione del Wi-Fi. 

I deputati di M5S raccontano di aver controproposto l’accettazione di otto loro emendamenti qualificanti, come condizione per il ritiro degli altri, e lo stesso Franceschini conferma, spiegando che però essi erano «irricevibili» nel merito. Ed ecco quindi il «niet» del Movimento, che ha fatto gridare a Beppe Grillo alla «dittatura governativa». Ha replicato Ettore Rosato, segretario d’Aula del Pd che accusa i deputati M5S di ostruzionismo per non far approvare il Dl Fare e quello sugli Ecobonus, che approderà in Aula subito dopo. E il suo collega del Pdl Simone Baldelli parla di «atteggiamento inutilmente muscolare e politicamente scombinato» di M5S che ha rifiutato il dialogo. 

Anche Sel critica il governo e con Ciccio Ferrara afferma che la fiducia serve a coprire le «crepe» nella maggioranza ed effettivamente contrasti in Commissione ci sono stati sul capitolo delle deregolamentazioni. 

E polemiche sorgono anche sul merito del testo su cui è stata posta la fiducia: per evitare il taglio di 19 milioni alle emittenti locali sono state sottratte risorse (non utilizzate) alla banda larga, mentre sono state esentate le aziende non quotate di interesse economico (Poste, Ferrovie ecc) dal tetto agli stipendi dei manager. Secondo i deputati della maggioranza per un errore materiale che potrà essere corretto in Senato, secondo M5S per opera di una «manina» che ha inserito un «non» nel testo consapevolmente.  


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