Rischio condanna per chi sfora il Patto di stabilità

Fonte: Il Sole 24 Ore

Gli amministratori locali che sforano il Patto di stabilità rischiano di essere chiamati a rispondere di danno erariale. Su questa prospettiva sta lavorando la Procura della magistratura contabile in Lombardia, che ieri ha inaugurato a Milano l’anno giudiziario (si veda anche l’articolo a pagina 16 sull’allarme corruzione) e ha spiegato di aver messo sotto esame il quadro di diversi enti locali usciti dai binari di finanza pubblica: nella sola Lombardia, del resto, a mancare gli obiettivi di bilancio nel 2011 sono stati 22 Comuni, cioè il 17% degli enti che a livello nazionale hanno sforato il Patto. La questione non è comunque solo lombarda, perché un eventuale processo che si concludesse con una condanna al rimborso del danno erariale costituirebbe un precedente importante a livello nazionale. Una maxi-condanna legata allo sforamento dei vincoli di finanza pubblica in realtà c’è già stata, ed è stata comminata dalla sezione giurisdizionale del Piemonte agli ex amministratori di Alessandria (sindaco, assessori e maggioranza in consiglio), chiamati in primo grado a restituire 7,6 milioni di euro (si veda Il Sole 24 Ore del 18 gennaio). La vicenda alessandrina, però, ha un peso specifico particolare, perché ad accendere le indagini (anche della Procura della Repubblica) sono stati gli «artifici contabili» che hanno nascosto lo sforamento effettivo dei vincoli del Patto, hanno ritardato l’applicazione delle sanzioni ordinarie e hanno finito per portare il Comune al “dissesto obbligato” da parte della stessa Corte dei conti. Sui possibili risvolti giurisdizionali dello sforamento del Patto, come sempre accade per i lavori in itinere sui tavoli della Procura contabile, i magistrati sono abbottonatissimi, ma è ovvio che per produrre eventuali conseguenze penali il mancato rispetto del Patto di stabilità dovrà essere accompagnato da altri fattori. «Occorre valutare la situazione complessiva dell’ente spiegavano ieri i magistrati perché non bisogna sottovalutare che ci sono Comuni che lamentano l’impossibilità di rispettare i vincoli di finanza pubblica, ma allo stesso tempo continuano a sprecare risorse in consulenze o in altre spese inutili». In quest’ottica, il mancato rispetto del Patto potrebbe rappresentare la spia-chiave per andare a spulciare i conti dell’amministrazione alla ricerca di eventuali danni erariali. Tra gli enti inadempienti in Lombardia, per esempio, c’è il caso del Comune di Adro (Brescia), che non è riuscito a centrare gli obiettivi di finanza pubblica ma ha trovato le risorse per “ornare” scuole e panchine con il Sole delle Alpi leghista (e per questo il sindaco è già stato chiamato a rispondere di danno erariale). A Cremona, invece, il Patto è stato sforato nel 2009, ma l’anno dopo il Comune ha comunque assunto 32 persone e ora si vede contestato un danno da 1,2 milioni.

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