Rapporto annuale dell’INPS

Il Presidente Inps, Tito Boeri, ha presentato a Montecitorio il 16° Rapporto annuale dell’Inps. Nella sua relazione il Presidente Boeri ha toccato anche i temi del jobs act e del ruolo dell’immigrazione nel nostro sistema di protezione sociale. A proposito, infatti, afferma che l’Istituto dovrebbe essere ribattezzato come Istituto nazionale della Protezione sociale e non più della Previdenza, visto che eroga 440 prestazioni di cui appena 150 sono di natura pensionistica.

Quanto al tema migranti Boeri è stato piuttosto netto. Chiudendo le frontiere “rischiamo di distruggere il nostro sistema di protezione sociale” e “una classe dirigente all’altezza deve avere il coraggio di dire la verità agli italiani: abbiamo bisogno di un numero crescente di immigrati per tenere in piedi il nostro sistema di protezione sociale”.
L’Inps ha eseguito una simulazione dell’evoluzione da qui al 2040 della spesa sociale e delle entrate contributive nel caso in cui i flussi di entrata di contribuenti extra-comunitari dovessero azzerarsi: “Nei prossimi 22 anni avremmo 73 miliardi in meno di entrate contributive e 35 miliardi in meno di prestazioni sociali destinate a immigrati, con un saldo netto negativo di 38 miliardi per le casse dell’Inps. Insomma, una manovrina in più da fare ogni anno per tenere i conti sotto controllo”.

Rapporto annuale Inps

Nel rapporto annuale l’Inps attesta che 5,8 milioni di pensionati italiani nel 2016 hanno avuto un reddito da pensione inferiore a 1.000 euro al mese, il 37,5% del totale (15,5 milioni i pensionati), in calo dal 38% del 2015.

LEGGI IL RAPPORTO ANNUALE INPS

Per le donne la percentuale di chi riceve meno di 1.000 euro al mese sul totale delle pensionate è del 46,8% (3,8 milioni di persone) mentre per gli uomini è del 27,1%.
Sono invece circa 1,06 milioni i pensionati che percepiscono più di 3.000 euro al mese.
I dati Inps confermano che nel 2014 si è arrestato il declino occupazionale e nel biennio successivo si è attivata la ripresa. Le posizioni contributive totali nel 2016 hanno superato i 22, 2 milioni come media di dati mensili e i 27 milioni come totale annuo (che prescinde dalla loro durata). Gli assicurati, al netto dei casi di presenza in più di una gestione previdenziale, nel 2016 hanno sfiorato i 25 milioni.
Considerando distintamente le dinamiche delle singole gestioni previdenziali si evidenziano, con riferimento all’ultimo quadriennio, tendenze:
– di crescita per i dipendenti e per gli operai agricoli nonché per i prestatori di lavoro accessorio;
– di contrazione per gli artigiani e per i collaboratori iscritti alla gestione separata;
– di sostanziale stabilità per i dipendenti pubblici, per i lavoratori autonomi agricoli e per l’eterogeneo aggregato dei commercianti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *