Per i trasferimenti serviranno 2 anni

Fonte: Italia Oggi

Il processo di trasferimento verso altri enti del personale provinciale durerà non meno di due anni e, nel frattempo, le province dovranno continuare a sostenerne il costo, nonostante le fortissime limitazioni di spesa imposti. Nonostante le smentite di «pretattica» il governo ha presentato come anticipato da ItaliaOggi del 29/11/2014 l’emendamento 2.9810 alla legge di stabilità all’esame del senato, allo scopo di fissare le regole per il trasferimento del personale. Sono confermate quasi tutte le idee contenute nelle bozze circolate in precedenza, con la sola eccezione del prolungamento al 2018 dei requisiti per i pensionamenti ante riforma Fornero. Il quadro che risulta dall’emendamento, tuttavia, è paradossale. Di fatto, anche se esso viene presentato come strumento di attuazione della riforma Delrio, ne rappresenta in sostanza la violazione o l’abolizione. Infatti, mira a risolvere la questione del trasferimento del personale slegandolo totalmente dal processo di riordino delle funzioni avviato con gli osservatori nazionale e regionali, sul quale, per altro, le regioni sono estremamente indietro. Risorse. L’emendamento non fa salve le previsioni della legge 56/2014, secondo le quali il personale provinciale trasferito dovrebbe portare con sé il trattamento economico maturato, in modo tale che gli enti di destinazione costituiscano fondi contrattuali «riservati». Di fatto, dunque, si apre la strada a demansionamenti o riduzioni dei trattamenti economici. Del resto, l’emendamento prevede, sì, che le assunzioni del personale provinciale in esubero da parte di regioni e comuni non vada calcolato nel tetto della spesa di personale previsto dall’articolo 1, comma 557, della legge 296/2006. Tuttavia, le assunzioni del personale provinciale incideranno sui vincoli del patto di stabilità e la sostenibilità finanziaria dei bilanci di regioni e comuni. Come dire, dunque, che il tentativo di trasferire presso questi enti i dipendenti provinciali fallirà in partenza. Tempi mobilità presso regioni ed enti locali. I tempi per i trasferimenti si riveleranno molto lunghi. L’emendamento dà alle province e alle città metropolitane 90 giorni di tempo per stabilire quale personale, dopo aver ridotto le dotazioni organiche pari al 50% e 30% del costo della dotazione di fatto alla data di vigenza della legge 56/2014, resterà e quale dovrà essere trasferito. Come minimo, dunque, per tre mesi le province dovranno sostenere interamente i costi di tutto il personale. Ma, probabilmente, ci vorrà ancora più tempo, visto che per tenere conto, come chiede l’emendamento, del riordino delle funzioni, occorre aspettare che le regioni e gli osservatori completino i lavori di attuazione della legge Delrio. Lavori che sono molto, ma molto indietro. In ogni caso, per il trasferimento del personale in esubero non ci vorranno meno di due anni. Infatti, regioni ed enti locali, che dovranno prioritariamente assumere il personale in esubero delle province, destineranno le risorse per le assunzioni del personale a tempo indeterminato per gli anni 2015 e 2016, oltre che all’immissione in ruolo dei vincitori dei concorsi, alla ricollocazione del personale in esubero. A tale scopo, dovranno utilizzare la percentuale di spesa relativa al personale cessato negli anni 2014 e 2015. Dunque, fino al 2016 almeno, una buona parte del personale resterà nelle province, in soprannumero. Mobilità presso lo stato. Non meno lunghi sono i tempi dei trasferimenti presso le amministrazioni statali. Infatti, le assunzioni presso di esse (subordinate a quelle presso regioni ed enti locali) avverranno in relazione alle disponibilità di risorse per gli anni 2015 e 2016 e anche in questo caso i dipendenti provinciali si contenderanno i posti con i vincitori dei concorsi. Sarà data priorità alla ricollocazione dei dipendenti in esubero presso gli uffici giudiziari. L’emendamento impone alle amministrazioni statali di comunicare alla Funzione pubblica, per la successiva pubblicazione online, i posti disponibili «soprattutto riferiti alle sedi periferiche». Lo stesso governo, dunque, dimostra di essere consapevole che il limite dei 50 chilometri alla mobilità ben difficilmente sarà rispettato, dato che in periferia non vi sono posti sufficienti a garantire l’assunzione di oltre 20 mila dipendenti provinciali. Addio assunzioni per gli idonei. Sia regioni ed enti locali, sia amministrazioni statali, nelle more del procedimento di ricollocazione dei dipendenti provinciali e di assunzione dei vincitori dei concorsi ancora in attesa non potranno fare assunzioni in violazione delle disposizioni fissate dall’emendamento, pena la nullità. A fare le spese del processo di riordino saranno gli idonei dei concorsi: l’emendamento, infatti, garantisce solo le assunzioni per i vincitori. La ricollocazione dei dipendenti provinciali risulta prioritaria e conduce alla conseguenza di escludere assunzioni per gli idonei.

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