Partecipate, esuberi senza fretta

Fonte: ItaliaOggi.it

Si allungano i tempi per la ricognizione degli esuberi nelle società partecipate. Gli enti avranno tempo fino al 30 novembre 2017 per predisporre gli elenchi dei dipendenti in eccedenza e non dovranno affannarsi a farlo, come originariamente previsto, entro il 30 settembre. In questo modo l’individuazione dei lavoratori di troppo non coinciderà con l’altra scadenza prevista per fine mese, ossia l’approvazione dei piani di revisione straordinaria delle partecipazioni. Un bel sollievo per i comuni che non solo non sovraccaricheranno gli uffici di adempimenti, ma potranno individuare gli esuberi «a ragion veduta», ossia sulla base delle risultanze dei piani di revisione.

Per questo la Conferenza unificata di ieri nell’esprimere l’intesa sul decreto interministeriale (Lavoro-Mef-Funzione pubblica), che dà il via alla procedura di ricognizione e ricollocamento del personale in sovrannumero, ha accolto le richieste degli enti di uno slittamento dei termini (60 giorni in più). Un extra time che consentirà ai comuni e alle regioni una tabella di marcia con meno affanni. «Abbiamo chiesto e ottenuto un tempo più congruo per una verifica seria degli eventuali esuberi», ha dichiarato il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro. «Si tratta di passaggi delicati che richiedono più di qualche giorno e prevedono procedure con i sindacati. L’obiettivo che ci poniamo come sindaci è quello di tutelare ed essere al fianco dei lavoratori. Visto che gli esuberi devono essere motivati anche alla luce dei piani di revisione», ha proseguito, «risulta evidente che se i piani di revisione saranno presentati il 30 settembre, la loro valutazione in funzione di eventuali esuberi va consentita prevedendo tempi congrui».

Infatti, lo slittamento al 30 novembre del termine per la ricognizione degli esuberi fa slittare in avanti tutte le altre tappe della tabella di marcia individuata dal decreto. A cominciare dalla comunicazione ai sindacati i quali riceveranno i dati sulle eccedenze di personale non più entro il 10 ottobre ma entro il 10 dicembre 2017. Si sposta in avanti anche il termine entro cui le società a controllo pubblico dovranno inviare alle regioni (e province autonome), in cui hanno sede, i dati relativi ai lavoratori eccedenti. Dal 31 ottobre si passa al 20 dicembre 2017. Le regioni, a loro volta, comunicheranno le informazioni all’Anpal, la neonata Agenzia per le politiche attive del lavoro, non più entro il 15 novembre ma entro il 15 gennaio 2018.

Fino al 30 giugno 2018 le società partecipate non potranno assumere personale a tempo indeterminato, ma saranno tenute ad attingere agli elenchi dei lavoratori in esubero a meno che non dimostrino che si tratti di personale infungibile. In questo caso le società dovranno chiedere la preventiva autorizzazione alle regioni.

Siope+

L’Unificata ha dato l’ok anche allo schema di decreto del Mef sull’estensione della sperimentazione del progetto Siope+ che ha l’obiettivo di consentire il monitoraggio dei tempi di pagamento dei debiti commerciali delle amministrazioni pubbliche (si veda ItaliaOggi del 20/9/2017). L’Anci ha espresso parere favorevole con la presentazione dell’emendamento che riguarda le modalità di adesione degli enti al sistema. In particolare, come sottolineato dal vicepresidente vicario di Anci Roberto Pella, «gli esiti della sperimentazione in corso di ampliamento potranno fornire indicazioni utili per la definizione delle scadenze di avvio a regime del sistema Siope+». Secondo l’Anci la sperimentazione dovrà fornire anche «dettagliate indicazioni sulla sostenibilità del nuovo sistema in particolare rispetto agli enti di minori dimensioni che non possono essere gravati da ulteriori costi economici ed organizzativi». Con riferimento alle città metropolitane, l’Anci ha chiesto che i tempi per l’avvio a regime del sistema debbano essere uniformati a quelli previsti per i comuni al di sopra dei 60 mila abitanti.

Trasferimenti regionali

All’ordine del giorno dell’Unificata di ieri c’era anche l’intesa sui trasferimenti regionali a province e città metropolitane per le funzioni conferite. Anci e Upi hanno espresso parere favorevole subordinato però all’apertura di tavoli nazionali per le singole regioni che potranno riguardare anche le regioni a statuto speciale.

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