Licenziamento di dipendente pubblico per violazione del dovere di esclusività e vizi della contestazione di addebito

di R. Squeglia (www.ilpersonale.it 18/7/2014)

Il complesso rapporto tra azione penale ed azione disciplinare è uno dei temi maggiormente esplorati dai percorsi giurisprudenziali di legittimità; ciononostante, dalla copiosa produzione giurisprudenziale continuano ad emergere interessanti approdi che meritano di essere segnalati.
È il caso della recente pronuncia n. 14103 dello scorso 20 giugno, con cui la S.C., nello scrutinare il ricorso di un dipendente INPS avverso il licenziamento per giusta causa irrogatogli all’esito di una complessa procedura disciplinare per esercizio di attività diversa da quella istituzionale non autorizzata, ha avuto modo di soffermarsi in particolare sul tema della tempestività della contestazione di addebito nel caso di connessione tra procedimento penale e disciplinare e le sue delicate implicazioni.
È infatti giusto il caso di segnalare che, tra i motivi d’invalidità delle sanzioni disciplinari maggiormente ricorrenti, figurano proprio i vizi dell’atto introduttivo della procedura sanzionatoria, e nello specifico quello della sua tardività.

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