Incarichi non autorizzati: la destinazione delle risorse recuperate al dipendente – Il Commento di V. Giannotti

di V. Giannotti

Ultimamente la Corte dei conti, con alcune sentenze (ex multis Corte dei conti sezione giurisdizionale per la regione Piemonte, sentenza 12/07/2016 n.235 e sentenza 28/6/2016 n. 226), pone a carico dei dipendenti pubblici che abbiano svolto incarichi non autorizzati dall’Amministrazione di appartenenza presso soggetti esterni , i compensi percepiti dal terzo, sia se si tratti di Amministrazione Pubblica che soggetti privati. In particolare l’art.53, comma 7, del D.lgs.165/2001 dispone in caso di mancata preventiva autorizzazione che “… In caso di inosservanza del divieto, salve le più gravi sanzioni e ferma restando la responsabilità disciplinare, il compenso dovuto per le prestazioni eventualmente svolte deve essere versato, a cura dell’erogante o, in difetto, del percettore, nel conto dell’entrata del bilancio dell’amministrazione di appartenenza del dipendente per essere destinato ad incremento del fondo di produttività o di fondi equivalenti”. La competenza in via esclusiva della Corte dei conti, è ora contenuta in via diretta nelle disposizioni di modifica operate dalla Legge 190/2012 che hanno inserito all’art. 53 citato il comma 7-bis il quale precisa come “L’omissione del versamento del compenso da parte del dipendente pubblico indebito percettore costituisce ipotesi di responsabilità erariale soggetta alla giurisdizione della Corte dei conti”. Precisato, pertanto, come in caso di mancata spontanea restituzione delle somme richieste, la competenza al recupero per danno erariale sia rimessa in via esclusiva alla magistratura contabile. In altri termini, la violazione, da parte del dipendente pubblico, del dovere di chiedere l’autorizzazione allo svolgimento degli incarichi extra lavorativi e del conseguente (strumentale e rafforzativo) obbligo di riversare alla propria amministrazione i compensi per essi ricevuti radica la giurisdizione della Corte dei conti.

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Per maggiore approfondimento LEGGI l’articolo Incarichi non autorizzati: dipendente salvato dal giudice del lavoro ma condannato dai giudici contabili

 

Novità editoriale:

trasparenza

La riforma della trasparenza

di Luigi Oliveri

La riforma della normativa sulla trasparenza, il D.Lgs. 33/2013 riscritto in parte dal D.Lgs. 97/2016, mira ad introdurre in Italia un vero e proprio Freedom of Information Act (FOIA), in analogia a quanto fatto nei Paesi del Nord Europa ed anglosassoni.

L’elemento più rilevante della riforma, tale da indurre le amministrazioni a modificare organizzazione e comportamenti, amplia l’accesso civico, che diviene diritto di ogni cittadino di pretendere la pubblicazione nei siti istituzionali degli atti e delle informazioni da rendere obbligatoriamente pubblici e ottenere gratuitamente dati, informazioni e documenti prodotti. L’eventuale rigetto delle domande di accesso dovrà essere sempre molto ben motivato.

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