Il differenziale retributivo nella mobilità volontaria

Approfondimento di V. Giannotti

La Suprema Corte affronta la problematica relativa al passaggio di dipendenti pubblici tra amministrazioni diverse, seguendo il principio del divieto della reformatio in peius, ovvero il diritto del lavoratore a conservare la retribuzione più alta goduta presso l’amministrazione di provenienza a seguito del citato passaggio, mediante la corresponsione di un assegno ad personam.

Il Caso

Il caso concreto riguarda il passaggio di un dipendente, appartenente ad un Comune, che si era trasferito per mobilità presso l’Agenzia delle Dogane, il quale reclamava una minore retribuzione ricevuta nell’ente di destinazione. Sul punto sia il Tribunale di prime cure che i giudici di Appello avevano negato la citata differenza retributiva, in quanto nel calcolo effettuato dal dipendente era stata omessa la percezione della indennità di agenzia (corrispondente alla indennità di amministrazione dei Ministeri), la quale presentando i caratteri della fissità e continuità avrebbe al contrario dovuto essere inclusa nel calcolo e come tale non residuavano somme retributive ulteriori da reclamare.

I principi che regolano la mobilità volontaria

La Suprema Corte, cui il dipendente si era rivolto per far valere le proprie ragioni, conferma i principi consolidati in tema di mobilità di personale tra amministrazioni pubbliche diverse…

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