Attiva da oggi la nuova disciplina sul licenziamento disciplinare per i dipendenti pubblici

Entrano ufficialmente in vigore a partire da oggi le regole vergate nella metaforica roccia delle norme italiane dalla legge 20 giugno 2016, n. 116 in materia di licenziamento disciplinare, un provvedimento (dal carattere anche simbolico, ma sarebbe riduttivo catalogarlo solo come tale) che si inscrive in pieno nel grande disegno di riforma della Pubblica Amministrazione tracciato dai decreti attuativi della c.d. Riforma Madia.

Dopo un acceso dibattito ed una serie di correttivi implementati nel percorso parlamentare il decreto è pronto per tentare di di spiegare i propri effetti: sarà interessante cercare di capire già dai primissimi giorni di applicazione se il calendario sprint e le nuove sanzioni anche a carico dei dirigenti che non vigilano saranno in grado di mettere davvero il freno a un fenomeno che mina alle fondamenta la credibilità della Pubblica Amministrazione italiana.

Le nuove misure danno un giro un di vite alla disciplina del licenziamento disciplinare per il Pubblico Impiego: fino ad oggi i licenziamenti per assenteismo sono stati  infatti limitati a poche decine di casi, sintomo di una disciplina troppo lasca. Da ora in poi la piccola grande rivoluzione targata Governo Renzi: calendario serrato e sanzioni pesanti per i dirigenti che si girano dall’altra parte.
Nel momento in cui un “furbetto” viene colto sul fatto, oppure viene filmato mentre timbra l’entrata e poi non si reca alla scrivania, si darà avvio un meccanismo che condurrà alla sospensione in 48 ore e al contraddittorio entro 15 giorni per arrivare al licenziamento, ovviamente se tutto è confermato, nel giro di un mese dal fatto.

 

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Il lavoro prende in considerazione anche le ultime novità in materia di whistleblowers e delle azioni del Governo assunte per contrastare il fenomeno del c.d. “furbetto del cartellino”.

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