Dall’introduzione del reddito di cittadinanza hanno aiutato centinaia di migliaia di persone a trovare lavoro, ma dal 30 aprile potrebbero essere loro a doverne cercare uno
Sciopero
Ha destato non poche perplessità la giornata di ieri di sciopero nazionale del pubblico impiego, proclamato dai sindacati per il rinnovo dei contratti, per le assunzioni e la sicurezza sul lavoro e per una PA più moderna. Nella prima agitazione in era di smart working, le adesioni allo sciopero, secondo la Funzione pubblica, sono risultate basse: il 5% secondo le prime valutazioni, mentre i sindacati parlano di alta partecipazione
Nonostante i 6,7 miliardi a disposizione, alcuni sindacati contestano il calcolo degli incrementi
Una innovativa interfaccia di comunicazione per i dipendenti della PA
La Cassazione interviene a definire i casi in cui a seguito di revoca dello sciopero, il datore di lavoro può legittimamente rifiutare la prestazione e i casi in cui tale rifiuto non è giustificato e comporta l'obbligo di corrispondere la retribuzione
Focus sull'ordinanza della Corte di Cassazione del 1° aprile 2019, n. 9028
Lo sciopero può determinare la necessità per il datore di lavoro di sostituire i lavoratori al fine di assicurare la continuità del servizio essenziale: tuttavia non può impiegare lavoratori di qualifica superiore per sostituire gli scioperanti
L’art. 8, II comma, della legge n. 146 del 12 giugno 1990 prevede interventi autoritativi, da attuarsi da parte del Prefetto in presenza di fondato pericolo di pregiudizio grave ed imminente ai diritti della persona costituzionalmente garantiti per scioperi che esplichino effetti sull’erogazione di servizi pubblici qualificati come essenziali
“Non si possono fare le riforme prescindendo da chi lavora. E chi lavora deve avere un contratto di lavoro, aggiornato nei valori economici e nei contenuti normativi”. Questo l’ultimatum unitario che i sindacati del pubblico impiego del Friuli Venezia Giulia lanciano alla giunta regionale