La Corte di Cassazione (Sez. Lavoro), attraverso la sentenza n. 24175/2023 ha ribadito che il datore di lavoro pubblico è legittimato a riprendere il procedimento disciplinare senza attendere che quello penale venga definito con sentenza irrevocabile
Licenziamento
La Corte di Cassazione ha valutato la legittimità di un licenziamento di un dipendente che aveva rivolto allusioni verbali e fisiche a sfondo sessuale ad una collega, anche se a tale comportamento non erano seguite effettive aggressioni fisiche a contenuto sessuale
La Cassazione si pronuncia sul tema della rilevanza ai fini del licenziamento della condotta di un dipendente accusato di maltrattamenti nei confronti della compagna, per comprendere se sia in grado di influire sul rapporto di lavoro, quanto meno in via indiretta o in base al clamore mediatico assunto dalla vicenda
La Cassazione (sentenza n. 21607/2023) ha confermato la legittimità del licenziamento al Comandante della Polizia Locale per essersi allontanato, per motivi privati, dal proprio ufficio senza timbrare il badge
Al fine di definire la congruità del licenziamento di un dipendente pubblico di cui sia stata accertata la violazione del sistema della rilevazione delle presenze, è sufficiente anche un solo episodio, a nulla rilevando l’assoluzione penale, l’assenza del dolo e l’avvertimento dato al dirigente del suo allontanamento
La Corte di Cassazione, sez. lavoro, con la sentenza del 11 febbraio 2023, n. 569, ha stabilito che è legittimo il licenziamento di un dipendente che non timbra il cartellino
La Corte di Cassazione, sez. lavoro, con la sentenza del 15 febbraio 2023, n. 4769 ha stabilito che il licenziamento è temporaneamente privo di effetti
La Corte di Cassazione con sentenza del 20 febbraio 2023, n. 5194 si pronuncia su un illecito penale considerato di tenute entità e sulle conseguenze in sede disciplinare
Il dipendente che si allontani dal posto di lavoro senza permesso e senza timbrare il cartellino ma che, al ritorno timbri il cartellino in entrata, non commette una violazione irreparabile tale da essere licenziato. In altri termini, spetta al giudice adito verificare se la condotta del dipendente sia intenzionale o fraudolenta, in mancanza di tale accertamento la sanzione espulsiva, pur tipizzata dal legislatore, è da considerarsi sproporzionata
Per licenziare occorre non aver già sanzionato in precedenza quelle condotte con sanzioni minori. La Corte di Cassazione si pronuncia su una vicenda di scarso rendimento protratta nel tempo regolando gli interventi sanzionatori da parte del datore di lavoro