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Focus di approfondimento: il TFS e il TFR dei dipendenti pubblici (prima parte)

di S. Oddo Casano (www.ilpersonale.it 27/2/2014)

La cosiddetta “liquidazione” dei dipendenti pubblici, nel corso del tempo, ha subito notevoli trasformazioni: in particolare, dalla metà degli anni ’90, ha visto affiancarsi alle sue tradizionali forme (indennità di buonuscita, indennità premio di servizio, indennità di anzianità) anche il trattamento di fine rapporto.
 
Con la legge n. 335/1995 (e poi, a seguire, con un’altra serie di previsioni legislative che l’hanno resa operativa), è stato infatti introdotto il trattamento di fine rapporto, per consentire l’avvio e il finanziamento della previdenza complementare.

Questo istituto è stato previsto come obbligatorio sia per quei soggetti che sarebbero stati assunti successivamente in una Pubblica Amministrazione (ndr: a decorrere dal 1° gennaio 2001), sia per quei lavoratori che avrebbero deciso di aderire alla previdenza complementare negoziale, determinata cioè da accordi collettivi tra i soggetti legittimati alla contrattazione.

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