Rinnovo contratti dipendenti pubblici, sblocco stipendi statali: novità questa settimana

Fonte: www.businessonline.it

Quella che è appena trascorsa è stata una settimana interlocutoria sotto il profilo del rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici. Se da una parte le organizzazioni sindacali hanno continuato a fare sentire la loro voce lamentando ritardi e stanziamenti ridotti, dall’altra il governo è un posizione di attesa. I prossimi 10 giorni sono quelli della presentazione delle modifiche alla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza e quindi del varo della legge di Bilancio. A quel punto le idee saranno più chiare e inizierà una vera trattativa con i sindacati sulle modalità di distribuzione degli aumenti di stipendio agli statali.

A quanto pare, sul piatto ci saranno 700 milioni di euro. Una cifra contenuta sia alla luce del bonus di 80 euro già percepito dai dipendenti pubblici con stipendio fino a 24.000 euro (e parzialmente fino a 26.000 euro) e sia per le scarse risorse nelle casse dello Stato. Di negativo in questo contesto di attesa sul rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici ci sono i numeri che non permettano al governo spazi di manovra adeguati. Nel corso della settimana è venuto fuori che l’Italia sta attraversando una fase di persistente debolezza economica, tanto che il cosiddetto indice anticipatore segna l’ottava variazione negativa di fila, disegnando una curva che guarda al basso sin dall’inizio dell’anno.
Così l’Istat ha tirato le fila del mese di settembre, giungendo a conclusioni molto simili a quelle delle puntate precedenti, dove si parlava sempre di rallentamento e di interruzione della crescita. In realtà, note positive non mancano, dalla produzione industriale alla ripresa dell’inflazione, ma la fiducia tra le famiglie scarseggia, seppure Confcommercio abbia registrato i primi segnali di ripresa sul fronte dei consumi. Non aiuta il quadro internazionale, visto che continua “la decelerazione degli scambi mondiali” e “il rallentamento dell’attività economica nell’area euro”. L’Istat non ha fornito numeri né possibili forchette di oscillazione del Prodotto interno lordo nel terzo trimestre.

D’altra parte si sono appena chiusi i conti del secondo trimestre, rivisti giusto lunedì scorso. Correzioni che lasciavano il dato congiunturale a zero, aggiustando al ribasso il tendenziale, allo 0,7%, e così portando la crescita acquisita per il 2016 allo 0,6%. Il terzo trimestre segnerà quindi uno snodo fondamentale ma per la stima ufficiale dell’Istat occorrerà aspettare il 15 novembre. Intanto per l’Istituto di statistica la situazione a settembre vede il clima di fiducia dei consumatori registrare la seconda flessione consecutiva, meglio le aspettative delle imprese, anche se, ha spiegato l’Istat, non riescono a salire oltre i livelli di giugno scorso.

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