Personale di area vasta: le possibili e vietate elusioni al riassorbimento – Il Commento di V. Giannotti

di V. Giannotti

Interessante contributo della giurisprudenza contabile consultiva in merito all’obbligo del riassorbimento del personale eccedentario di Area vasta da parte dei Comuni, anche in assenza di previsione nella programmazione del fabbisogno del personale. Dalla risoluzione di uno specifico quesito posto all’attenzione dei giudici contabili, ne discendono immediate conseguenze per tutti quegli enti che non avessero proceduto a garantire il citato riassorbimento, estensibile ora anche allo sbocco delle capacità assunzionali degli enti locali appartenenti alle Regioni ove la ricollocazione del personale è avvenuta (vedi articolo Chi, come e quando è possibile assumere nell’anno 2016? Tabelle di sintesi ilpersonale.it 13/09/2016).

IL QUESITO POSTO DA UN COMUNE
L’amministrazione comunale aveva deciso, nella propria autonomia, pur possedendo capacità assunzionali, di non dedicare nulla nella propria programmazione alle assunzioni, ossia di non utilizzare le proprie capacità assunzionali, discendenti dai pensionamenti avvenuti negli anni 2014 e 2015, per ricollocare il personale eccedentario di area vasta. A fronte delle richieste del personale eccedentario dei area vasta di essere assorbito nei limiti delle cessazioni avvenute, un Comune chiede chiarimenti alla Corte territoriale circa l’obbligo del citato riassorbimento, considerato che nella propria programmazione del personale del triennio 2014/2016 – 2015/2017 e da ultimo 2016/2018, l’amministrazione si era determinata per non sostituire il personale cessato e di conseguenza sul non riassorbimento del personale eccedentario di area vasta. In caso di obbligo, il Comune evidenzia come tali maggiori spese avrebbero un impatto diretto in ordine al patto di stabilità (ora pareggio di bilancio) ed alla sostenibilità finanziaria della citata maggiore spesa.

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