Pa, licenziamenti lampo per i furbetti del cartellino

Fonte: Il Sole 24 Ore

l consiglio dei ministri di oggi pomeriggio la riforma della Pubblica amministrazione incasserà tre approvazioni definitive per i decreti che rivedono le sanzioni contro l’assenteismo e riformano la Conferenza dei servizi e la Scia, e ancora sulla «segnalazione certificata di inizio attività» arriverà il primo via libera al provvedimento che fissa l’elenco delle procedure caso per caso. Nel menu del governo, poi, dovrebbe rientrare l’ok definitivo alla riforma dei comparti pubblici, che riduce da 11 a 4 i contratti nazionali del pubblico impiego e pone la premessa indispensabile alla ripresa delle trattative; sul decreto enti locali, che blocca le sanzioni per le Città metropolitane e le Province che nel 2015 hanno sforato il Patto di stabilità e si è poi allargato a norme su altri aspetti come la sanità e l’agricoltura, l’appuntamento è invece per l’inizio di settimana prossima, insieme al disegno di legge con le misure per la sicurezza urbana.

Sul piano politico, ovviamente, il piatto forte è rappresentato dal provvedimento che prevede la sospensione in 48 ore e il licenziamento in 30 giorni deidipendenti pubblici pescati in flagrante nelle false timbrature. I correttivi del testo finale, che raccolgono le sollecitazioni arrivate dal Parlamento e dal Consiglio di Stato, puntano a blindare questo calendario, prevedendo che entro 48 ore arrivi la sospensione e la «contestuale» contestazione dell’addebito; da qui partono i 30 giorni per arrivare al licenziamento, ma per garantire il diritto alla difesa del dipendente il contraddittorio andrà fissato almeno 15 giorni dopo la sospensione: nel periodo di attesa del verdetto, poi, il dipendente sospeso avrà diritto all’assegno alimentare. Per i dirigenti che non fanno partire subito il procedimento disciplinare sarà prevista la segnalazione all’autorità giudiziaria, che avrà il compito di valutare se ci sono gli estremi per contestare il reato di omissione d’atti d’ufficio.

Anche sulla Scia e la Conferenza dei servizi il lavoro di rifinitura dei testi conferma gli obiettivi di fondo, che sono quelli di garantire a imprese e cittadini tempi e procedure certe nella definizione delle autorizzazioni, e accoglie una serie di indicazioni che giudici amministrativi e commissioni parlamentari hanno scritto nei loro pareri. Sulla segnalazione certificata che serve a far partire una serie di attività, in particolare nell’edilizia, il testo finale del decreto precisa che gli enti locali non potranno effettuare richieste ulteriori rispetto a quelle del modello standard, per assicurare che la procedura telematica scritta nella riforma sia davvero la strada unica chiesta dall’amministrazione pubblica. Anche in questo caso, il termine chiave è quello dei 30 giorni, entro i quali la Pa dovrà dare il via libera, anche con silenzio assenso. Nel decreto definitivo si prevede che il conteggio parta dall’arrivo della segnalazione.

Sulla conferenza dei servizi, accanto a un ripensamento tecnico che trasforma una serie di norme in correttivi alla legge 241/1990 per evitare una dispersione eccessiva delle regole, arrivano due modifiche importanti, chieste anche dalle imprese nel corso delle audizioni. La prima amplia e specifica le possibilità per i privati di partecipare e presentare documenti alla conferenza semplificata, e la seconda chiarisce che la riforma si applicherà a partire dalle nuove procedure.

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