Le tipologie di lavoro flessibile tra tempo determinato, LSU, interinali e formazione lavoro nelle amministrazioni comunali, provinciali e regionali [scheda n. 16]

Nel 2012, le unità di personale che nei comuni italiani hanno un rapporto di lavoro flessibile ammontano a 40.519(1).Si tratta di personale comunale che ha un contratto a tempo determinato, interinale, di formazione lavoro o è un lavoratore socialmente utile. L’incidenza del personale con rapporto di lavoro flessibile sul totale dei dipendenti comunali è del 9,6%. Se si indaga la natura contrattuale del rapporto di lavoro flessibile si scopre che la maggioranza, oltre il 60,0% del personale, ha un contratto a tempo determinato e che la flessibilità interessa soprattutto le dipendenti donne (Tabella 1). Infatti, queste ultime, costituiscono il 56,8% delle unità annue di personale con rapporto di lavoro flessibile. Nello specifico, tra i soli tempi determinati, quasi 2/3 sono di genere femminile (64,9%). La seconda tipologia di rapporto flessibile più utilizzata nelle amministrazioni comunali del paese è quella dei lavoratori socialmente utili (LSU). Essi costituiscono, infatti, il 34,2% delle unità annue di personale flessibile. Da rilevare che solamente per questa tipologia contrattuale l’incidenza percentuale delle donne (43,0%) è inferiore a quella degli uomini. Poco diffusi sono i contratti interinali, appena il 4,6%, e i contratti di formazione lavoro, soltanto lo 0,2% dei rapporti flessibili.

Tabella 1 Il personale con rapporto di lavoro flessibile, per tipologia contrattuale e genere, 2012

Tipologia contrattuale

Valore assoluto

Valore percentuale

Incidenza % donne

Uomini

Donne

Totale

Tempo determinato

8.667

16.054

24.721

61,0%

64,9%

Formazione lavoro

44

57

100

0,2%

56,5%

Contratti interinale

890

971

1.861

4,6%

52,2%

LSU

7.890

5.947

13.838

34,2%

43,0%

Totale

17.490

23.029

40.519

100,0%

56,8%

Fonte: IFEL – elaborazione Dipartimento di Economia Locale su dati Ministero dell’Economia e delle Finanze (2013) 

 

Il personale delle amministrazioni provinciali italiane ammonta a 55.887 unità. Oltre la metà del personale con rapporto di lavoro flessibile nelle province italiane ha un contratto a tempo determinato 52,7%, oltre un terzo è un lavoratore socialmente utile 38,7%, mentre l’8,6% ha un contratto interinale (Tabella 2). In nessuna provincia viene utilizzata la formula dei contratti di formazione lavoro. Anche a livello regionale la ripartizione tra le tipologie contrattuali è sostanzialmente rispettata. Infatti, nelle province di quasi tutte le regioni il contratto a tempo determinato rappresenta la tipologia più utilizzata tra i dipendenti con rapporto di lavoro flessibile. In alcune province, a prevalere sono i LSU. È così nelle province della Campania, in cui il 99,8% del personale flessibile è inquadrato come LSU, in quelle della Puglia, con il 97,9% di lavoratori con rapporto di lavoro flessibile, socialmente utili, delle Marche con il 91,3% e del Friuli-Venezia Giulia, il 53,1%. Nelle province lucane e laziali, infine, le unità di personale con rapporto di lavoro a tempo determinato si riducono rispettivamente al 12,9% e al 33,3%. In queste realtà a prevalere sono i contratti interinali, l’80,8% per le prime e il 66,7% per le seconde.

Tabella 2 Il personale con rapporto di lavoro flessibile nelle amministrazioni provinciali, per tipologia contrattuale e regione (percentuale di riga), 2012 

Regione 

Personale con rapporto di lavoro flessibile 

Tempo determinato 

Formazione lavoro 

Contratti interinale 

LSU 

Totale 

Piemonte 

77,2% 

0,0% 

2,4% 

20,3% 

100,0% 

Lombardia 

55,1% 

0,0% 

11,0% 

33,9% 

100,0% 

Veneto 

50,9% 

0,0% 

10,0% 

39,1% 

100,0% 

Friuli-Venezia Giulia 

36,3% 

0,0% 

10,5% 

53,1% 

100,0% 

Liguria 

97,3% 

0,0% 

2,7% 

0,0% 

100,0% 

Emilia-Romagna 

70,9% 

0,0% 

8,2% 

20,9% 

100,0% 

Toscana 

99,7% 

0,0% 

0,0% 

0,3% 

100,0% 

Umbria 

97,3% 

0,0% 

0,0% 

2,7% 

100,0% 

Marche 

8,7% 

0,0% 

0,0% 

91,3% 

100,0% 

Lazio 

33,3% 

0,0% 

66,7% 

0,0% 

100,0% 

Abruzzo 

64,4% 

0,0% 

22,4% 

13,2% 

100,0% 

Molise 

100,0% 

0,0% 

0,0% 

0,0% 

100,0% 

Campania 

0,2% 

0,0% 

0,0% 

99,8% 

100,0% 

Puglia 

2,1% 

0,0% 

0,0% 

97,9% 

100,0% 

Basilicata 

12,9% 

0,0% 

80,8% 

6,3% 

100,0% 

Calabria 

73,0% 

0,0% 

5,3% 

21,7% 

100,0% 

Sicilia 

97,0% 

0,0% 

0,0% 

3,0% 

100,0% 

Sardegna 

57,5% 

0,0% 

42,0% 

0,5% 

100,0% 

Totale 

52,7% 

0,0% 

8,6% 

38,7% 

100,0% 

Fonte: IFEL – elaborazione Dipartimento di Economia Locale su dati Ministero dell’Economia e delle Finanze (2013) 

Questo tipo di analisi svolto nelle amministrazioni regionali, mostra che in media, oltre la metà, il 54,3%, delle unità annue di personale con contratto flessibile nelle regioni a statuto ordinario, è inquadrato come lavoratore socialmente utile, il 42,2% con un rapporto a tempo determinato, il 3,0% con un contratto interinale ed, infine, lo 0,5% con un contratto di formazione lavoro (Tabella 3).  Analizzando nel dettaglio la distribuzione delle forme contrattuali nelle varie amministrazioni regionali, si osserva che, per quanto riguarda i LSU è rilevante il valore assunto nella regione Campania, il 99,8%. Nelle altre amministrazioni regionali, al contrario, la maggior parte delle unità con rapporto di lavoro flessibile, sono costituite da contratti a tempo determinato. Nelle regioni del centro, tranne che nella regione Lazio nella quale non è stato rilevato personale con rapporto di lavoro flessibile, e al sud nelle regioni Molise, Puglia e Calabria, la percentuale arriva al 100%. In questo panorama, uniche eccezioni, oltre la regione Campania, che come visto ha, tra il personale flessibile, quasi esclusivamente LSU, sono la regione Liguria e la regione Veneto. In tali regioni, le unità di contratti a tempo determinato si riducono al 18,9%, per la prima e al 27,9% per la seconda. In queste regioni, tale valore più contenuto è compensato da un maggior impiego di personale interinale, l’81,1% e il 72,1%, rispettivamente. Nelle regioni a statuto speciale il 94,2% delle unità annue di personale con rapporto di lavoro flessibile ha un contratto a tempo determinato (Tabella 4). Irrilevanti sono le percentuali relative alle altre tipologie contrattuali: i contratti interinali rappresentano il 5,7% e i lavoratori socialmente utili, lo 0,1%. Assenti, tra i dipendenti con rapporto di lavoro flessibile delle regioni a statuto speciale, i contratti di formazione lavoro. L’unica eccezione si rileva nella regione Friuli-Venezia Giulia, in cui le unità annue di personale con contratto a tempo determinato si riducono al 55,6%, mentre quelle riconducibili agli interinali arrivano al 44,4%.

Tabella 3 Il personale con rapporto di lavoro flessibile nelle regioni a statuto ordinario, per tipologia contrattuale e regione (percentuale di riga), 2012 

Regione 

Personale con rapporto di lavoro flessibile 

Tempo determinato 

Formazione lavoro 

Contratti interinale 

LSU 

Totale 

Piemonte 

80,7% 

0,0% 

0,0% 

19,3% 

100,0% 

Lombardia 

56,5% 

37,1% 

6,4% 

0,0% 

100,0% 

Veneto 

27,9% 

0,0% 

72,1% 

0,0% 

100,0% 

Liguria 

18,9% 

0,0% 

81,1% 

0,0% 

100,0% 

Emilia-Romagna 

100,0% 

0,0% 

0,0% 

0,0% 

100,0% 

Toscana 

100,0% 

0,0% 

0,0% 

0,0% 

100,0% 

Umbria 

100,0% 

0,0% 

0,0% 

0,0% 

100,0% 

Marche 

100,0% 

0,0% 

0,0% 

0,0% 

100,0% 

Lazio 

– 

– 

– 

– 

– 

Abruzzo 

90,6% 

0,0% 

9,4% 

0,0% 

100,0% 

Molise 

100,0% 

0,0% 

0,0% 

0,0% 

100,0% 

Campania 

0,2% 

0,0% 

0,0% 

99,8% 

100,0% 

Puglia 

100,0% 

0,0% 

0,0% 

0,0% 

100,0% 

Basilicata 

97,1% 

0,0% 

2,9% 

0,0% 

100,0% 

Calabria 

100,0% 

0,0% 

0,0% 

0,0% 

100,0% 

Totale 

42,2% 

0,5% 

3,0% 

54,3% 

100,0% 

Nella Regione Lazio non è stato rilevato personale con rapporto di lavoro flessibile. 

Fonte: IFEL – elaborazione Dipartimento di Economia Locale su dati Ministero dell’Economia e delle Finanze (2013) 

Tabella 4 Il personale con rapporto di lavoro flessibile nelle regioni a statuto speciale, per tipologia contrattuale e regione (percentuale di riga), 2012 

Regione 

Personale con rapporto di lavoro flessibile 

Tempo determinato 

Formazione lavoro 

Contratti interinale 

LSU 

Totale 

Valle D’Aosta 

100,0% 

0,0% 

0,0% 

0,0% 

100,0% 

Trentino-Alto Adige 

99,7% 

0,0% 

0,2% 

0,2% 

100,0% 

Friuli-Venezia Giulia 

55,6% 

0,0% 

44,4% 

0,0% 

100,0% 

Sicilia 

100,0% 

0,0% 

0,0% 

0,0% 

100,0% 

Sardegna 

100,0% 

0,0% 

0,0% 

0,0% 

100,0% 

Totale 

94,2% 

0,0% 

5,7% 

0,1% 

100,0% 

Fonte: IFEL – elaborazione Dipartimento di Economia Locale su dati Ministero dell’Economia e delle Finanze (2013) 

(1) A differenza del personale a tempo indeterminato, l’ammontare di questa tipologia di personale viene quantificata in termini di “unità annue”. Tale valore si ottiene sommando i mesi lavorati, distintamente per ciascuna delle tipologie, per categoria di personale e per genere, e dividendo tale valore per i 12 mesi dell’anno.

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