Le norme del Jobs Act non saranno estese al comparto pubblico

Le norme del Jobs Act non saranno estese al comparto pubblico (in altre parole gli statali non potranno essere licenziati con la stessa facilità con cui, essendo stato modificato l’articolo 18, possono esserlo i privati).

Il premier Renzi ha spiegato, rispondendo ad un cronista nella conferenza stampa di fine anno, che il Jobs Act non si occupa di regolamentare i rapporti di lavoro nel pubblico impiego. Quindi, ha aggiunto, era giusto stralciare la norma dalla riforma del lavoro. Tanto più che un disegno di legge in materia è già all’esame del Parlamento. La questione è solamente rimandata.

Presumibilmente, sarà affrontata verso febbraio-marzo. “La mia idea è che chi sbaglia nel Pubblico paghi. Per chi non lavora bene perché non è messo in condizione di farlo, la responsabilità va attribuita ai dirigenti. Ma per i cosiddetti fannulloni va messa la condizione di mandarli a casa”, ha precisato il presidente del Consiglio, sottolineando come tra i problemi più urgenti vi sia la possibilità di licenziare gli assenteisti o i dipendenti pubblici che rubano lo stipendio.

 

Jobs Act e le nuove regole del licenziamento

Primo decreto attuativo della Riforma del lavoro

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Aggiornato al D.Lgs. 4 marzo 2015 n. 23 (G.U. del 06/03/2015, n. 54), in vigore dal 7 marzo 2015

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