Lazio: in 10 anni persi 28mila posti nella p.a.

“Nei settori pubblici del Lazio, in soli 10 anni, dal 2004 al 2014, uno scellerato blocco del turn over ha prodotto 28mila occupati in meno. Si è passati da 193mila a 165mila. Un taglio indiscriminato che non ha distinto tra settori sovradimensionati e sotto organico, che non ha efficientato e riqualificato la spesa. Basti citare il caso dell’Inps che, come in questi giorni ricordato dal vertice politico dell’Ente, perde 100 dipendenti al mese. Il risultato è una riduzione dei servizi che l’austerità imposta nell’ultimo lustro ha persino accelerato, investendo i settori privati che offrono servizi pubblici. Una situazione gravissima, una vera e propria crisi sociale ignorata dai più e sottovalutata dalla propaganda del Governo”. Con una nota congiunta Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa Roma e Lazio lanciano lo stato di agitazione di tutti i settori del Lazio che offrono servizi pubblici, compreso il privato sociale, e ricordano le ragioni della mobilitazione che si terrà domani, mercoledì 16 marzo, a Piazza Vidoni a partire dalle ore 17:30.

“Da domani (oggi n.d.r.) – continuano i sindacati – parte lo stato di agitazione. La crisi del welfare investe tutti e si deve aprire una stagione di messa in sicurezza del sistema e di rilancio. Puntiamo allo sciopero regionale, che si terrà entro la fine di maggio, per invertire la rotta a partire dal rinnovo dei contratti nazionali, bloccati da 7 anni nel pubblico impiego e da 10 nella sanità privata e nel privato sociale, e dall’immissione di nuove energie. Sbloccare la contrazione e il turn over sono le premesse per una vera riforma che punti alla riorganizzazione investendo sull’innovazione e sul capitale umano. Casi come quello delle maestre ed educatrici romane, che da precarie garantiscono i servizi in modo continuativo, non sono risolvibili senza interventi legislativi. Il resto è propaganda che non dà risposte ai cassintegrati del terzo settore, umiliato e messo in ginocchio da Mafia Capitale, o a quelli della sanità privata, che affrontano una stagione di crisi profonda causata dall’austerità cieca e da un sistema senza regole, che permette abusi e l’uso indiscriminato del dumping contrattuale, un modo per scaricare i costi della crisi sui lavoratori. La settimana scorsa abbiamo appreso degli oltre 200 cassintegrati all’Idi, e le crisi si sommano: dall’Israelitico al settore delle residenze per anziani ed alla riabilitazione, la situazione è da emergenza, da codice rosso, senza contare i tanti casi di stipendi tagliati o pagati con estremo ritardo, ormai all’ordine del giorno. Allo stesso modo nel pubblico, senza una regia, assistiamo a numerosi interventi unilaterali di riassetto delle amministrazioni centrali volti a cambiare tutto per non cambiare nulla, o, come nel caso delle Prefetture e degli Uffici delle Entrate, a tentativi di tagliare ulteriormente in modo aprioristico”.

“Domani chiederemo di smetterla con le promesse e di passare dalla propaganda ai fatti, spiegheremo le ragioni della protesta e le modalità con cui la porteremo avanti – concludono Di Cola, Chierchia, Bernardini e Narcisi – per difendere la dignità di chi ogni giorno lavora per le persone e il diritto dei cittadini a servizi di qualità”.

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