Incarichi non autorizzati: la mancata restituzione dei compensi percepiti genera danno erariale

Approfondimento di V. Giannotti

Il mancato riversamento dei compensi ricevuti, per incarichi non autorizzati dall’amministrazione di appartenenza svolti dal pubblico dipendente, comporta responsabilità amministrativa e danno erariale risarcibile. Sono queste le conclusioni cui è pervenuta la Corte dei conti, Sezione giurisdizionale regionale per l’Emilia-Romagna, con la sentenza 26 luglio 2017, n. 170 qui di seguito commentata.

Il caso

Un dipendente regionale aveva svolto una serie di incarichi non autorizzati in favore di enti e società private, per un importo rilevante. L’amministrazione, a seguito delle indagine condotte dalla Guardia di Finanza, ricevuta l’informazione intimava al dipendente chiarimenti in merito, avvertendo l’interessato che l’art. 53, comma 7, del d.lgs. n. 165/2001 dispone l’obbligatorio versamento del compenso percepito come conseguenza dell’inosservanza del divieto di svolgimento di incarichi retribuiti non autorizzati dall’amministrazione di appartenenza.
La sequenza degli atti erano stati i seguenti:
a) le attività svolte dal dipendente non autorizzato si riferivano agli anni 2000-2001-2002;
b) l’amministrazione rendeva informativa nel 2004, a seguito di specifica richiesta della Guardia di Finanza, circa la non presenza di incarichi autorizzati al dipendente;
c) nell’anno 2010 il Dipartimento della Funzione Pubblica comunicava tutti gli incarichi effettuati dal dipendente in assenza di autorizzazione;
d) nello stesso anno dell’acquisizione della nota del Dipartimento, l’amministrazione procedeva, con raccomandata, a chiedere chiarimenti al dipendente e al tempo stesso avvertendo che in mancanza di controdeduzioni avrebbe dovuto riversare i compensi professionali indebitamente ricevuti da terzi;
e) l’amministrazione procedeva, in mancanza del riversamento dei compensi, a notiziare la Procura Regionale.

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