Impiego pubblico, bastone e carota

Fonte: Italia Oggi

Scuola e Pubblica amministrazione: il governo usa il bastone e la carota, o meglio, con una mano dà e con l’altra toglie. «In questa situazione di crisi prima di tutto l’alleanza è con chi più ha bisogno. Quindi confermiamo gli 80 euro. Ma in questo momento le risorse per sbloccare i contratti non ci sono, perché l’Italia è ancora in una situazione di difficoltà economica».

La ministra della Pubblica amministrazione Marianna Madia, arrivando in commissione Affari costituzionali al Senato per l’esame del ddl sulla Pubblica amministrazione ha spento l’entusiasmo per la riforma della scuola, presentata ieri dalla collega ministra Stefania Giannini, e la relativa stabilizzazione di 150mila insegnanti precari a settembre. Dunque, il governo congela anche per il 2015 le retribuzioni del pubblico impiego. Dal 2010, ormai, ben 3,3 milioni di lavoratori statali si vedono negare dai diversi governi il rinnovo contrattuale. Una stretta che ha permesso allo Stato di risparmiare complessivamente già 11,5 miliardi di euro. La Cgil stima che il blocco per il 2015 valga circa 600 euro in meno in busta paga ai dipendenti pubblici, che sommati ai 4,200 euro di mancati aumenti registrati fino ad oggi diventano complessivamente 4.800 euro). E con la proroga del blocco anche per il prossimo anno nella legge di Stabilità, secondo quanto indicato dal Def ci sarà un ulteriore risparmio per le casse pubbliche di 2,1 miliardi. Il governo ha compiuto questa scelta considerando che gli 80 euro sono destinati anche ai lavoratori pubblici.

Per la rivoluzione a scuola Renzi chiede solo un anno

Un patto educativo, un anno per rivoluzionare la scuola e darle importanza. Matteo Renzi ha presentato così, nel sito passodopopasso.italia.it le idee del governo per il futuro. E ha sottolineato con un video della durata di 3 minuti e 47 secondi che da settembre comincerà il percorso di avvicinamento alla nuova scuola. Percorso che prevede una «campagna di ascolto dal 15 settembre al 15 novembre» su 12 punti: «Mai più precari, dal 2016 solo concorsi, basta supplenze, la scuola fa carriera, la scuola si aggiorna, scuola di vetro, sblocca scuola, scuola digitale, cultura in corpore sano, le nuove alfabetizzazioni, fondata sul lavoro, la scuola per tutti tutti per la scuola», ha spiegato il premier. Poi, il varo della legge di Stabilità, che «darà più soldi alla scuola» e poi «a partire da gennaio i provvedimenti normativi perché il 2015 sia davvero l’anno in cui si comincia a fare sul serio, provando a cambiare la nostra mente e mettendo la scuola al centro dello sviluppo», ha sottolineato il presidente del consiglio. Che pensa, per il mese di settembre del 2015, a un piano straordinario per l’assunzione di quasi 150mila precari. «I docenti che oggi ha la scuola italiana non sono abbastanza», ha spiegato il presidente del consiglio, e nel sito passodopopasso.italia.it sotto il titolo Buona scuola, si descrive «un piano straordinario per assumere a settembre 2015 i quasi 150mila docenti, tutti precari storici e tutti i vincitori e gli idonei dell’ultimo concorso». «Noi diciamo basta ai precari e alla supplentite, ma ci vuole anche il coraggio di dire che si devono giudicare gli insegnanti e che gli scatti di stipendio devono essere sulla base del merito e non dell’anzianità», ha annunciato Renzi nel suo videomessaggio. Il premier ha insistito sul fatto che quella proposta «non è una riforma né l’ennesima riforma della riforma. Si tratta semplicemente di provare a credere in noi stessi, cioè di credere nell’Italia, cioè di credere nella scuola».

Grillo fa nero Alfano

Il ministro dell’Interno Angelino Alfano è rappresentato come un uomo di colore con la scritta sulla fronte: «Frontex Plus». Dopo la smentita del ministro della Difesa Roberta Pinotti sui casi di Tbc tra i militari italiani impegnati nell’operazione Mare Nostrum denunciati dal leader M5S, Beppe Grillo, è tornato ad attaccare sul tema dell’immigrazione. Intanto, chiedendo voli low cost per trasferire i clandestini dall’Italia nei vari Paesi membri dell’Ue e poi rappresentando sul suo blog Alfano con la pelle nera. Secondo Grillo il passaggio da Mare Nostrum a Frontex Plus non aiuterebbe l’Italia ma di fatto la costringerebbe ad accogliere ed ospitare un maggior numero di immigrati. Di qui l’idea dei voli «da Lampedusa per tutta Europa: la destinazione la sceglie il clandestino, com’è giusto che sia». Sulla Tbc Grillo ha coinvolto anche il sindaco di Roma, citando una lettera di inizio giugno in cui Ignazio Marino denuncia il rischio infezione dovuto alla presenza di «immigrati possibili portatori di tbc, hiv e altre ”temibili malattie infettive”». «Marino è un medico», dice Grillo. «Il Pd», secondo Grillo, «dovrebbe chiederne le dimissioni immediate e mettere al suo posto Nichi Vendola che andrebbe ad abbracciarli a braccia aperte alla faccia nostra». Sul tema dell’immigrazione è chiaro che il M5S mira ad attrarre tutto il consenso del centro-destra in libera uscita. Il segretario della Lega Nord Matteo Salvini vede in lui già il possibile futuro alleato forte (al posto di FI di Silvio Berlusconi) nella battaglia «contro l’invasione». Appuntamento al Circo Massimo, Marino permettendo. L’autorizzazione dal Comune per la manifestazione pubblica ancora non c’è. Così sul blog di Grillo compare il messaggio: «Marino, dacce er Circo Massimo».

Alfano riunisce i popolari

«Questo è un giorno molto importante perché nasce e si consolida un’area senza la quale il governo non avrebbe preso il via e non potrebbe andare avanti». Il ministro dell’Interno e leader del Ncd, Angelino Alfano, intervenuto all’intergruppo dei parlamentari per la costituente neo-popolare che al Pd e a Matteo Renzi manda un messaggio: nessun «monocolore Pd. C’è da oggi un pilastro popolare programmaticamente alternativo alla sinistra a sostegno del bene del paese. Ci sono tre anni per cambiare l’Italia e far vedere che nel governo ci sono due aree politiche e culturali. E questo va fatto non con gli slogan, ma con le battaglie nel governo. Sarà il posizionamento sul programma a darci l’identità», sottolinea Alfano e cita tasse, giustizia, lavoro, riforme. Alfano ha sottolineato che «nessuno di noi ha in mente la prospettiva di stare con la sinistra italiana. Vogliamo costruire un’area alternativa come accade in Europa. Nel Ppe ci sono tante sigle che hanno in comune il fatto che nella dimensione nazionale sono alternative alla sinistra. Noi siamo quelli che per il bene dell’Italia hanno riconosciuto la necessità di una collaborazione con la sinistra perché non c’era una strada preferibile per il Paese. Questa è la differenza con coloro che nel centrodestra sono avversari del Ppe, contro l’euro e non stanno nel governo. In primo luogo mi riferisco alla Lega». È stato poi Mario Mauro, leader di Popolari per l’Italia ad aggiungere: «Per aiutare l’Italia in questo momento ci vuole un marchio liberale e questo marchio liberale non può darlo la sinistra. Le nostre proposte ci permetteranno di avere nei confronti del Pd una posizione maschia». Mauro ci tiene poi a sottolineare che dal suo punto di vista non c’è alcuna preclusione, nemmeno verso il suo ex partito. «Noi non ci precludiamo nulla. Siamo aperti a tutto ciò che è progetto politico, gruppi comuni, partito insieme. Insomma, nulla che escluda, e nulla che escluda anche Forza Italia». Quanto a Gianpiero D’Alia, presidente dell’Udc, osserva che «oggi l’area popolare non ha voce politica. Dobbiamo avviare un percorso serio e credibile che arrivi a creare un’offerta alternativa al socialismo europeo. Oggi è la prima occasione per avviare questo percorso. Anche noi, come dice Renzi, passo dopo passo…». E se Renato Schifani parla dell’avvio di un percorso importante volto alla creazione di uno schieramento politico capace di dare agli italiani una valida alternativa alla sinistra», è Gaetano Quagliariello, coordinatore di Ncd, a sintetizzare: «È necessario costruire qualcosa di nuovo, l’Italia non può più permettersi un solo grande partito della nazione. Ce ne devono essere due».

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