Dirigenti licenziabili e taglio alle prefetture

Fonte: L'Eco di Bergamo

“Più mobilità e sforbiciata ai permessi sindacali Nasce il pin del cittadino. Confronto per 40 giorni Dirigenti e personale il piatto forte della riforma Renzi. Come da attese, l’esecutivo propone l’introduzione di un ruolo unico dirigenziale, senza più la divisione in prima e seconda fascia. Si stringeranno poi le maglie per la valutazione delle performance dei dirigenti statali, con un tetto agli stipendi massimi di 240mila euro. «La carriera sarà portata avanti per incarichi e non per fasce; e questo diventa fondamentale per le retribuzioni, ma anche che la valutazione verrà fatta» delle performance dei dirigenti, spiega Madia. «Non c’è un tema di esuberi della Pubblica amministrazione», precisa Renzi in merito all’indicazione di 85mila esuberi, emersi dal piano di spending review del Commissario straordinario, Carlo Cottarelli. «La riforma non parte dall’esigenza di risparmiare, ma dall’efficienza del servizio», aggiunge ancora il presidente del Consiglio. Uno dei punti della riforma prevede ancora «la possibilità di licenziamento per il dirigente che rimane privo di incarico oltre un determinato termine». La riforma della Pa «attuata in modo rigido, comporta la possibilità a zero euro di immissione di diecimila posti di lavoro per i giovani nella pubblica amministrazione», promette Renzi, «attraverso l’abrogazione dell’istituto del trattenimento in servizio», ovvero la possibilità di restare sul posto di lavoro anche dopo il raggiungimento dell’età pensionabile. Di «ringiovanimento selettivo e strategico» parla, sul tema, Madia. Quest’ultima apre alla possibilità dei prepensionamenti, ma «ci sono cose che si possono fare prima», come appunto abrogare il trattenimento in servizio. Per l’efficienza serve “una mobilità che funzioni, sia volontaria che obbligatoria ma con un il mantenimento dei livelli retributivi e salvaguardando la dignità dei lavoratori per quanto riguarda la distanza tra casa e luogo di lavoro». In rampa di lancio anche «la riduzione del 50 per cento dei permessi sindacali». Sullo sblocco del turn over, attualmente al 20% (un ingresso ogni cinque uscite), Madia punta a «sbloccarlo al massimo, ma in modo strategico con entrate selettive per le amministrazioni che hanno fabbisogni e obiettivi che necessitano nuove entrate». Renzi spiega ancora che verranno aggregati gli «oltre venti enti di ricerca che svolgono funzioni simili, per dare vita a poli di eccellenza». Nel progetto del governo c’è l’intenzione di riorganizzare le Authority, con l’obiettivo di sopprimere la Covip, che vigila i fondi pensione, con le competenze che passeranno a Bankitalia. Aci, Pra e Motorizzazione civile verranno accorpati e le cinque scuole dell’amministrazione diverranno una. Anche per le Sovrintendenze è previsto uno snellimento, mentre le Prefetture verranno ridotte a un massimo di quaranta. Nel complesso, il governo vuole «una riorganizzazione della presenza dello Stato sul territorio: perché la Ragioneria generale dello Stato deve avere una sede in tute le province?», ha aggiunto Renzi. Il presidente parla poi di «gestione manageriale del polo museale» italiano come uno degli obiettivi da perseguire e ancora di riorganizzazione delle Capitanerie di porto. Verrà meno l’obbligo per le imprese di iscriversi alle Camere di Commercio. Il disegno di riforma del governo prevede anche la modifica delle sanzioni previste per le liti temerarie nel processo civile. «Il tema delle ottomila municipalizzate ci rimane sul collo, va assolutamente affrontato», afferma in aggiunta Renzi. C’è poi il capitolo pin del cittadino. «Oggi la Pa parla tredici linguaggi diversi e il cittadino ha bisogno di un traduttore». Così il premier annuncia l’introduzione di un codice pin per ogni cittadino, con il quale possa accedere alle pratiche burocratiche «dalle multe in giù». Per la realizzazione tecnica sarà necessario un anno, spiega Renzi, ma dal Consiglio dei ministri di metà giugno si potrà già partire con la fatturazione elettronica.”

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