Costi politica, dalla Camera arriva l’ok per il taglio degli stipendi dei dipendenti
Fonte: La Repubblica
Dopo le aspre polemiche dei giorni scorsi, è passato alla fase operativa il piano per il tetto agli stipendi di assistenti e burocrati di Camera e Senato. L’Ufficio di Presidenza della Camera dei deputati ha dato infatti il suo via libera alla riforma del trattamento per personale. Sono stati 13 i membri dell’ufficio di presidenza a votare sì, cinque gli astenuti (due dei 5 Stelle, Davide Caparini della Lega e Stefano Dambruoso di Scelta civica) e due i membri che non hanno partecipato al voto (Simone Baldelli di Forza Italia e Edmondo Cirielli di Fratelli d’Italia). <br /><br />Stmattina, prima della votazione, c’era stata una audizione lampo dei sindacati dei dipendenti all’Ufficio di presidenza di Camera e Senato. Erano presenti nove sigle sindacali: secondo quanto riferito, la Cgil ha parlato a nome di tutti, su un testo “concordato” che dice sì al tetto di 240mila euro ma respinge eventuali tetti intermedi alle retribuzioni. <br /><br />Il testo sulla “Ridefinizione delle retribuzioni dei dipendenti” prevede una spending review da 60 milioni per i 1600 della Camera e da 36 milioni per i 799 del Senato, da portare a compimento entro il 2018. Ma si parte già dal primo gennaio 2015. Per la qualifica più alta, quella dei consiglieri, viene adottato un tetto allo stipendio già introdotto per la pubblica amministrazione, di 240 mila euro al netto degli oneri contributivi. A seguire, gli stenografi con 170 mila euro, i documentaristi con 160 mila, i segretari e i coadiutori con 115 mila, i collaboratori tecnici con 106 mila e infine gli assistenti parlamentari, cioè i commessi, che avranno un tetto pari a 99 mila euro. Ci saranno tre scaglioni per i tagli, a seconda di chi supera il tetto del 25 per cento, di chi lo supera tra il 25 e il 40 e di chi va oltre il 40.
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