Affidamento dei servizi legali: il parere del Consiglio di Stato

Il Consiglio di Stato ha reso un recente parere interlocutorio n. 2109 avente ad oggetto le linee guida per l’affidamento dei servizi legali, adottate ai sensi dell’art. 213, comma 2, d.lgs. 18 aprile 2016 n. 50.

Le linee guida nascono dall’esigenza di dissolvere i dubbi interpretativi sollevati da molti operatori del settore, dubbi giustificati dall’entrata in vigore del nuovo codice dei contratti pubblici, che ha profondamente innovato la materia dell’affidamento dei servizi legali, comportando una disomogeneità dei procedimenti amministrativi per l’affidamento dei predetti servizi.

Il Consiglio di Stato afferma che con le linee guida si intende tracciare un modus operandi uniforme che garantisca la verificabilità delle scelte operate e, in ragione di ciò, possa indurre al più efficiente impiego del denaro pubblico da parte degli amministratori e ad una maggiore tutela della concorrenza tra i professionisti.

La selezione del contraente deve essere necessariamente orientata all’individuazione del professionista più adatto allo svolgimento della prestazione richiesta, secondo criteri che tengano conto della difficoltà dell’incarico e delle competenze necessarie ad espletarlo“.

Tuttavia, il Consiglio di Stato, prima di esprimere un parere definitivo in materia di affidamento dei servizi legali necessita del parere del Consiglio nazionale forense, quale ente pubblico di rappresentanza istituzionale dell’avvocatura italiana, nonché del Ministero della Giustizia, quale Amministrazione vigilante sugli ordini professionali, e del Ministero dei trasporti e delle infrastrutture quale soggetto chiamato a dare attuazione alle disposizioni del codice.

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